Link della ricerca:
Chi ha effettuato la ricerca:
Team di neuropsicologi dell’università della Ruhr di Bochum
L’esperimento:
Lo studio è stato effettuato su 15 videogiocatori e 15 non videogiocatori di età media di 24 anni di ambo i sessi.
I videogiocatori erano caratterizzati dal fatto che giocassero a videogiochi come Starcraft, uno strategico in tempo reale (RTS).
Durante l’esperimento è stato chiesto ai partecipanti di classificare da una a tre carte, ciascuna con un simbolo diverso, in una delle categorie metereologiche basandosi sul feedback ricevuto dalle loro azioni, imparando le combinazioni.
Al termine di ogni esercizio era previsto un test e una risonanza magnetica per verificare l’attività cerebrale.
Le considerazioni:
(domande di Brotherhood)
Una scoperta simile risulta di enorme importanza nell’aiuto a chi soffre di una bassa capacità di memoria, come in un soggetto anziano o chi soffre di Alzheimer.
Chi utilizza videogiochi ha a che fare con ambienti ricchi di dettagli dove il giocatore è ben allenato a riconoscere ciò che può essere una risorsa da ciò che può essere un pericolo, memorizzando anche queste informazioni sulla mappa. Una tale attività dell’ippocampo porta a vari benefici sulla memoria dichiarativa, sui tempi di apprendimento e sull’elaborazione visiva.
Può, un videogioco, diventare un potente strumento consolidato di potenziamento della memoria da inserire nelle scuole e al tempo stesso uno strumento terapeutico negli ospedali per chi ha deficit di memoria?
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